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Antonio Canova. Atelier

Antonio Canova. Atelier

Musei e tecnologie digitali: una nuova visione su Antonio Canova

I Musei Civici di Bassano del Grappa e Factum Foundation con il patrocinio del MiBAC, Ministero dei beni e delle attività culturali, e della Regione del Veneto presentano Atelier Canova: gli esiti dell’applicazione delle più sofisticate tecnologie digitali ai fini della conservazione e valorizzazione del patrimonio bassanese del maestro del Neoclassicismo, Antonio Canova.

«Ci pregiamo di celebrare un momento che sta già segnando la storia dei Musei di Bassano» afferma Chiara Casarin, direttore dei Musei Civici di Bassano del Grappa. «A 200 anni (era il 1819) dalla realizzazione del Cavallo colossale in gesso e a 50 anni (era il 1969) dal suo sezionamento, siamo in grado di presentare alla città di Bassano del Grappa una delle opere più imponenti di Antonio Canova. L’utilizzo dei più aggiornati dispositivi tecnologici per il patrimonio storico artistico si dimostra in questa occasione come uno strumento imprescindibile di conoscenza, di conservazione e di valorizzazione».

Avviato nel 2016, il progetto nasce dallo studio di alcune casse contenenti i resti in gesso di una scultura monumentale realizzata da Antonio Canova. Si tratta di un Cavallo colossale, pervenuto al Museo Civico nella metà dell’Ottocento grazie al lascito testamentario del fratello acquisito dello scultore, Monsignor Giovanni Battista Sartori Canova.

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Antonio Canova. Atelier, volume edito da Marsilio a cura di Chiara Casarin, in collaborazione con Adam Lowe, fondatore di Factum Foundation – la più importante azienda di mediazione digitale al mondo – rende finalmente accessibile al pubblico una parte importante del patrimonio cittadino: il restauro virtuale del Cavallo colossale, la digitalizzazione in alta risoluzione di tutti i disegni canoviani per la creazione di un archivio completo, la realizzazione del facsmile di due album e del bozzetto in terracotta delle Tre Grazie. Il libro ripercorre tutte le fasi dello studio condotto su queste parti del patrimonio canoviano e ricostruisce la storia di un momento della creazione artistica del genio di Possagno.

«Siamo orgogliosi di presentare questo importante libro. Uno studio delle collezioni permanenti della città che proietterà nuova luce sul patrimonio canoviano e che conferma l’incalcolabile valore di quanto conservato nei nostri musei» dichiara Elena Pavan, sindaco di Bassano del Grappa. «Adottare nuove strumentazioni, aggiornate al progresso tecnologico e rispettose della fragilità delle opere è un passo importante verso la ricerca e la valorizzazione del patrimonio culturale in generale. Con il patrocinio del Ministero e della Regione, stiamo compiendo un passo che porterà nuova attenzione alla nostra meravigliosa città e ai suoi tesori».

IL CAVALLO COLOSSALE

Atelier Canova ha preso avvio dalle operazioni di scansione tridimensionale dei frammenti in gesso conservati in casse di legno a Palazzo Bonaguro. Il lavoro su questo magnifico esemplare dell’arte canoviana è proseguito parallelamente su due vie: mentre il team di Factum — composto da Guendalina Damone, Otto Lowe, Pedro Mirò, Oak Taylor Smith — applicava le più sofisticate tecnologie digitali per la registrazione del maggior numero possibile di informazioni sui resti del gesso, Claudio Piscopo e Davide Tolfo intraprendevano la raccolta delle informazioni storiche attraversando gli archivi di tutta Italia: da Bassano a Possagno, da Roma e Napoli, per trovare quei documenti che oggi ci permettono di riscrivere la storia di quest’opera. Al termine dei lavori di scansione, un gruppo di ingegneri con base a Madrid nella sede di Factum, ha ricomposto e restaurato virtualmente il colosso rendendo finalmente visibile la sua bellezza d’insieme dopo cinquant’anni. A partire da questo ‘restauro a distanza’ è stato realizzato un modellino in resina di ogni singolo frammento e ne è stata operata una ricostruzione fisica, seppure in scala. Il modellino così ottenuto è divenuto la matrice per la piccola fusione in bronzo che ora può essere ammirata nel salone canoviano. In questo esemplare del grande cavallo sono stati volutamente lasciati i segni dei tagli che furono inferti sulla scultura esattamente cinquant’anni fa a titolo di memoria e di dimostrazione documentaria. Grazie a tutte queste operazioni, in futuro sarà possibile realizzare un monumento, di dimensioni originali (4,5 x 5 m), dedicato ad Antonio Canova per la città di Bassano del Grappa.

L’ARCHIVIO DIGITALE DEI DISEGNI

Ad affiancare il restauro virtuale del Cavallo colossale è la creazione di un archivio digitale dell’intero corpus dei disegni di Antonio Canova, circa duemila, raccolti in dieci grandi album e otto taccuini di viaggio. La quasi totalità di tutti quelli esistenti è custodita a Bassano del Grappa ma, per le note esigenze conservative della carta, questi capolavori grafici, devono essere conservati nell’apposito archivio. Un patrimonio di fondamentale importanza per la conoscenza di Antonio Canova digitalizzato in alta risoluzione e che può essere concesso in prestito solo a condizioni restrittive, può finalmente essere esposto e ammirato sempre.

Factum ha documentato per la prima volta l’intera raccolta, con l’obiettivo di realizzare un vero e proprio archivio digitale completo che ne aiuti la conservazione, lo studio e la fruizione. Al termine di questo accurato processo di raccolta dati, sono stati realizzati facsimili dell’Album A e dell’Album B1, rispettivamente dedicati alle posizioni del corpo femminile e alle proporzioni del corpo maschile. I due facsimili sono esposti nel salone canoviano, custoditi all’interno di teche a disposizione dei visitatori per sfogliarli e ammirarli da vicino.

IL BOZZETTO DELLE TRE GRAZIE

Il bozzetto delle Tre Grazie reclamava le medesime attenzioni dei disegni, a causa della sua fragile natura.
Il piccolo gruppo scultoreo del 1812, alto circa 35 centimetri e realizzato in terracotta, è oggi conservato in una teca di massima sicurezza e non ha mai lasciato i Musei Civici di Bassano se non per una mostra nella vicina Possagno. Lo studio è iniziato con la scansione tridimensionale del bozzetto, talmente accurata e dettagliata che permette di avere precisi riferimenti in caso di eventuali danneggiamenti o microfratture dell’opera. Dal modello digitale è stato poi realizzato uno stampo in silicone da cui si è tratto un esemplare in resina dell’opera, successivamente colorato al fine essere quanto più fedele possibile all’originale. La qualità della registrazione è tale che, ad esempio, le impronte digitali di Canova sono chiaramente visibili sulla sua superficie. In questo modo il facsimile consente il prestito per mostre, permettendo anche ai non vedenti e ipovedenti di poterlo fruire mediante il tatto.

Il progetto che Factum Foundation ha sviluppato per i Musei Civici di Bassano del Grappa mostra la sua potenzialità nel costruire una nuova visione delle opere di Canova ed esplorare i suoi capolavori da un punto di vista inedito. Atelier Canova è ora non solo all’interno del percorso museale bassanese, ma è stato integralmente riportato in una pubblicazione edita da Marsilio, Antonio Canova. Atelier a cura di Chiara Casarin, che ripercorre e illustra tutte le fasi progettuali e storiche che hanno portato alla concretizzazione del progetto.

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